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Via Fontana 28, Pedemonte di San Pietro in Cariano, VR
Valutazione:
Imperdibile!!!
Prezzo a persona:
4.50 €
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carolingio

ha visitato il locale il 30/06/2010 carolingio avatar
327 Recensioni scritte dal 21/12/2009 7640 Punti


EXPENSIS COMUNIBUS NOBILIUM SANCTAE SOPHIAE ET SEMONTIS A.D. MDLV
(“A spese comuni dei nobili di Santa Sofia e di Semonte Anno del Signore 1555”)
La scritta è scolpita sulla lapide di pietra bianca, incastonata sopra l'ingresso della cisterna dove sta la sorgente della fontana di Pedemonte. Il periodo è lo stesso in cui il Palladio ha realizzato il progetto di Villa S.Sofia, a circa mezzo Km. in linea d'aria dalla fontana, su commissione del nobile Marcantonio Serego.
La fontana dava da bere, con atto notarile ancora in essere, alla Villa S.Sofia attraverso una tubazione sotterranea, con precedenza rispetto a tutti, perché la sorgente nasce dal fondo di una vasca di tufo e il tubo prende acqua poco sopra il fondo vasca. Il popolino invece prendeva (e prende) l'acqua dal troppo pieno della vasca che finisce nei lavatoi, tanto che negli anni scorsi di siccità (2003 e 2004) la fontana era secca, ma l'acqua alla Villa arrivava sempre e rimpolpava il laghetto del giardino. Nobili illuminati, ma... fortunati loro che avevano la pecunia.

Un architettucolo di zona ha provveduto, qualche anno fa, a far ristrutturare la fontana pubblica, ripulendola, dopo secoli di abbandono (l'ultimo restauro era datato 1866), sabbiando le pietre, ricostruendo il pavimento in ciotoli e la copertura in capriate di legno, con i coppi sopra l'assito, sostenuta da quattro pilastri in tufo e mattoni alternati.
Adiacente alla fontana c'è la cantina Speri. Gli Speri sono anche i depositari delle chiavi della cisterna della fontana. Durante i lavori, ho avuto quindi modo di conoscerli un po' meglio.

Esteticamente l'accostamento con la fontana non è dei migliori. Casa e cantina-capannone, fatte circa 40-50 anni fa, necessitano, secondo me, di qualche intervento di abbellimento. Dalla parte opposta però c'è, nella vecchia contrada, la pittoresca corte storica, setto-ottocentesca, con una barchessa ottimamente ristrutturata a sala conferenze e assaggi, molto molto bella.

Alla Cantina Speri non si paga la degustazione.
Anche questa è una scelta e la scelta è motivata dal fatto che, 99 su 100, chi assaggia, poi è costretto, dalla bontà del vino, a comperare qualcosa. In ogni caso, non succede nulla se qualcuno assaggia e poi non compera.
Il boss della cantina (a gestione familiare), chiacchierando, ci tiene a precisare che i vini sono realizzati solo da uve provenienti dai propri vigneti, che sono tutti in Valpolicella, a Pedemonte, a Sausto, a S.Pietro e a Fumane. La precisazione mi fa pensare all'eventualità che per altre cantine non sia sempre così. Ma non approfondisco, credo che per le cantine grosse ci sia questa possibilità.

Assaggio il Sant'Urbano. Proviene da un unico vigneto cresciuto nella località con questo nome, la cima della collina che separa, in mezzo ad un meraviglioso panorama, la valle di Fumane da quella di Marano. Guarda un po', è la stessa collina che ho percorso, tra le vigne, con i miei studenti mangiando il gelatone di fine anno scolastico.
Il vino è ottimo ed ha un profumo intenso. E' ricavato da Corvina, Rondinella e Molinara, ma non è una novità, perché qui i vitigni sono quasi sempre questi. Il terreno, mi vien detto, è di origine vulcanica, trattiene l'umidità, non è sassoso e argilloso come la quasi totalità dei terreni della zona.
La caratteristica di questo vino, oltrechè per la composizione del terreno (particolare), è che l'uva, selezionata (per capirci: nel Valpolicella Classico l'uva non è selezionata), subisce un appassimento come con l'Amarone, ma il deposito in fruttaio viene interrotto dopo sole tre settimane e quindi a fine ottobre l'uva viene mostata. Il vino viene poi affinato per un anno e mezzo in tonneaux da 500 lt. di rovere francese. Adesso stiamo bevendo la vendemmia 2007. Fa 13,5°.
Si accompagnerebbe bene con la carne rossa e magari anche con formaggi stagionati, ma il boss, mio omonimo, offre solo grissini. Va benissimo lo stesso, visto che li offre.

Stavolta c'è Afin, quattro figli, che deve tornare in Ghana in una coltivazione di ananas, perché in dicembre qui è stato licenziato, non può restare in Italia e non ha i soldi per comperarsi il biglietto aereo. Poi c'è Dejan, scappato dal Kosovo (dove, dicono, la guerra sarebbe finita nel 1999, dicono...), che deve andare a Trieste a prendere il nuovo passaporto serbo, senza più la dicitura “Montenegro”, ma non ha i soldi neanche per mangiare, figuriamoci per il treno o per la marca da bollo. E' stato licenziato a febbraio. Ho verificato, perché non mi va di essere preso per i fondelli, e qualche volta qualcuno cerca di approfittarne. Ma un aiuto concreto, a queste persone, va dato, anche se le povertà, di solito, sono povertà di testa, prima ancora che economiche. E poi, un po' bisogna provare a fidarsi, anche di chi non si conosce, altrimenti, come si farà a migliorarlo questo mondo?

Per concludere in dolcezza, un goccetto di Recioto. Il Recioto Speri è fatto con uve che provengono dalla collina di Sausto, dove abito io. Lo bevo quindi ancora più volentieri. Il sistema di impianto delle vigne determina una produzione molto bassa per ettaro, dunque le sostanze “succhiate” sono maggiori. L'uva viene lasciata appassire per quattro mesi in cassette nel fruttaio. Viene mostata in gennaio e separata dalle bucce circa un mese dopo, quando il vino viene messo in tonneaux da 500 lt. La tecnica per fare il Recioto è sempre la stessa: ad un certo punto, quando arriva a 13,5° la fermentazione viene interrotta dal travaso e col freddo. Il vino rimane dolce e con “poco” grado, poco si fa per dire. Buonissimo. Sapere queste cose mi aiuta a gustarlo meglio, con più soddisfazione. E se il vino poi va anche a buon fine - non è retorica - mi va giù ancora meglio.

Il Classico, in cantina, Speri lo vende a 4,50 la bottiglia, un buon prezzo se confrontato con altri. Una bottiglia la prendo per me. Un cartone me lo regala lui, come ha già fatto qualche volta in passato, e io poi vado a venderlo all'uscita delle Messe davanti alla chiesa, assieme alle torte delle mie “pie donne”, un po' destinazione Ghana, un po' destinazione Kosovo.

La cantina ha anche un bel ripassato, ha ovviamente l'Amarone (pure questo proveniente esclusivamente da Sant'Urbano) e la grappa di Amarone, che un'altra volta proverò (magari andandoci dopo cena, altrimenti... adìo...), perché devo riprendere la discussione, avviata con Carlo tempo fa, su un uso adeguato di anti parassitari o quantomeno su un uso più controllato, attraverso un ente comunitario o consortile, come avviene nel Trentino. Il mio omonimo concorda, ma senza prodotti chimici non rischia più nessuno o quasi. A volte si passa dai campi e bisogna scappare, letteralmente, per non essere avvolti dalla nuvole di veleno buttate fuori dalle cisterne dei trattori. Mi è stato più volte assicurato che non restano residui di sostanze tossiche nel vino, ma altri miei amici hanno sperimentato, tra Lazise e Bardolino, che il costo dei veleni contro la tignola, ad esempio, in una produzione annuale, è maggiore della perdita di uva conseguente al non uso di pesticidi.
Terreno tutto da esplorare. L'ho già fatto per me, lo farò anche per GM quando avrò occasione di rivisitare qualche cantina di questo tipo.

Imperdibile!!!

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[Lucy...ah]
02/07/2010
Carooooool questa è meglio di una lezione alle superiori...........emoticonemoticonemoticon

e complimenti per il volontariato. Una volta anch'io mi sono messa davanti alla scuola, non alla chiesa, per vendere dei libri con le poesie scritte dai bambini delle elementari. Ho fatto su 800.000 lire che erano destinate ad opere di beneficienza..... che gran soddisfazione!!!!emoticonemoticonemoticon
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[carolingio]
02/07/2010
Grazie Lucy... emoticon ma se devo dirtela tutta... sono più le botte nello stomaco che le soddisfazioni...
Comunque, so che è così, se si fanno solo discorsi è ancora peggio, e non riesco a demoralizzarmi più di tanto, anzi ci bevo sopra!... eheheheh... emoticon emoticon emoticon
e se a qualcuno gli vien voglia, meglio ancora! emoticon
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[Lucy...ah]
02/07/2010
ossignur..mi sono accorta di aver scritto beneficienza con la i..........emoticonemoticonemoticon
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[carolingio]
02/07/2010
Ahahahah... emoticon si dice il peccato ma non il peccatore... emoticon
Per l'altro discorso... l'ho già scritto nella rece... trovi spesso chi cerca di fregare... si tratta di avere qualche pelo in più nello stomaco o le spalle a forma di coppo (e a volte non è neanche sufficiente) e di essere coscienti del perchè si fa una cosa e non si mandano invece tutti aff... che qualche volta la voglia ti verrebbe ...
Le povertà, dicevo, sono prima di tutto povertà di testa... l'animo umano è imperscrutabile e qualche volta ti accorgi che riesci a far cambiare indirizzo a qualcuno. Anche se è una volta su 10 o su 100, per me è abbastanza... e anche se non me ne accorgo penso sempre che forse questo potrebbe essere successo o che succederà... emoticon
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[carolingio]
02/07/2010
Nel caso, meglio una i in più che una i in meno... emoticon
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[furzeina]
02/07/2010
C'è tanta curiosità a vistare questa cantina,e le tante altre che sono nei dintorni.Per chi ama il vino è consigliabile assaggiarlo direttamente dal produttore,solo cosi si può "percepire" e capire questo meraviglioso mondo.Ci si accorgerà cosi,che c'è un universo sommerso, lontano anni luce da scintillanti etichette e da enoteche super-fornite.Si scoprirà con grande stupore che ci sono persone appassionate che producono vini straordinari a prezzi onestissimi.Le scottature non mancheranno andando per cantine,ma cosi è la vita.La curiosità,l'esperienza,la passione del buon bere faranno
da bussola in questo bellissimo viaggio alla scoperta di un paese,l'Italia,e i suoi vini.La cultura del bere bene non è necessariamente andare in enoteca e spendere 50 euro per una bottiglia di vino rosso.Quasi sicuramente si porterà a casa un buon prodotto.Il prezzo elevato pagato però, non deve trarre a conclusioni affrettate:non sempre c'è un'equivalenza tra un prezzo elevato e un prodotto d'eccellenza.Questo è un "giochino" generato dalla nostra società dei consumi.Ed è,a mio modesto parere,un'equazione molto opinabile,soprattutto se si volge lo sguardo nel panorama del enologico.Costi d'immagine,abili operazioni di marketing,fanno lievitare a dismisura il costo del vino con ricarichi scandalosi.Cosi alla fine si paga,nella maggioranza dei casi, un'immagine effimera e non un'effettiva qualità del prodotto.
Un salutone a tuttiemoticon
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[Reginalulu]
03/07/2010
Carlo, grazie per queste recensioni dai colori e sapori che si annusano e si toccano.
Per il volontariato teniamoci in contatto, ci sono ancora tante iniziative che possiamo fare, chissà che non ne facciamo qualcuna insieme....Magari dirette proprio agli Afin o Dejan "di turno".
Grazie davvero.
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[joy]
03/07/2010
Bella e dettagliata recensione, ricca di vari aneddoti, molto interessanti e curiosi emoticon
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[carolingio]
03/07/2010

Beh, zio, hai letto bene? Io non faccio molto, il vino ce l’ha messo lui alla fine... ehehehh... emoticon Grazie comunque, meglio se non sei eccessivo emoticon ... come diceva qualcuno, forse è troppo arduo essere individualmente degli Hoffnungsträger, dei portatori di speranza, troppe le attese che ci si sente addosso, troppe le inadempienze e le delusioni che inevitabilmente si accumulano, troppe le invidie e le gelosie di cui si diventa oggetto, troppo grande il carico di amore per l'umanità e di amori umani che si intrecciano e non si risolvono, troppa la distanza tra ciò che si proclama e ciò che si riesce a compiere...

Furz hai ragione, dici il vero, c'è molta autenticità nelle nostre cantine e i prezzi non sono eccessivi per il prodotto offerto, che è di alta qualità. C’è comunque anche il rovescio della medaglia: da noi sono anche troppo individualisti e troppo campanilisti, i prodotti non sono presentati adeguatamente, ci sono due feste del Recioto a quattro km. di distanza, non c’è un punto turistico/ centrale di coordinamento per indirizzare la gente nel mondo del vino, ci sono due cantine sociali in Valpolicella, si fa il “Valpolicella” anche ad est di Verona, ad Illasi, Tregnago, Colognola, a circa 40-50 km. dalla Valpolicella e soprattutto manca un indirizzo comune “seguìto” sull’uso dei fitofarmaci... Ci vorrebbe un po’ più di equilibrio tra le cose...c emoticon

Grazie a te Luisa, io sono qua, ingarbugliato da mille cose e problemi, ma la mia disponibilità rimane, basta un fischio... emoticon

Grazie anche a te Joy, ci vediamo domani, davanti alla chiesa... emoticon
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[golosona]
03/07/2010
Ops, mi era sfuggita! Non mi intendo di vini e cantine, ma questa recensione è molto bella, molto vera e appassionata! Pugni nello stomaco se ne prendono sempre, ma a volte un sorriso o la certezza di aver agito bene ti ripagano. Però hai ragione, ce ne vuole del pelo sullo stomaco ...

@furzeina, sono d'accordissimo con te. E pensare che ho degli amici che prendono il vino più costoso convinti che sia sempre il miglioreemoticon
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[carolingio]
03/07/2010
Su, zio, su con la vita emoticon
comunque hai ragione, vale per tutti, gli spazi di miglioramento sono infiniti emoticon
Eh, Ornella, ti ringrazio per l'apprezzamento emoticon , è vero che il vino più costoso non è sempre il migliore... è vero anche che certi prezzi troppo bassi lasciano qualche dubbio sulla bontà e sul lavoro che sta dietro ad un prodotto. Nel commercio, che non è volontariato, è rarissimo che qualcuno faccia qualcosa per niente soldi...
Di solito "in medio stat virtus", almeno secondo me... emoticon emoticon