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Via Moron 46, Negrar, VR
Valutazione:
Imperdibile!!!
Prezzo a persona:
40.00 €
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carolingio

ha visitato il locale il 10/04/2010 carolingio avatar
327 Recensioni scritte dal 21/12/2009 7640 Punti


L'Enrica è proprio bella del suo. E' un fatto oggettivo, riconosciuto, il mio non è un giudizio interessato.
Bionda, con gli occhi grigiazzurri, silhouette quasi da sfilata, di carnagione un po' ambrata, non chiarissima come di solito lo sono le bionde, nacque qualche giorno prima che io cominciassi gli esami di maturità. Non sapevo se sentirmi padre o fratello, oppure zio come in effetti legalmente sono. Propendevo di più per i primi due, ma non riuscivo ad identificarmi di preciso in un ruolo, perché la nostra differenza d'età di diciotto anni non determina un distacco netto tra due generazioni.
Suo padre, sventurato, scappò in un'altra città sette mesi prima che nascesse. Più visto o sentito. Non sapeva, costui, che figlia meravigliosa si sarebbe perso.

Ora i ciliegi sono fioriti, il sole è limpido, il cielo azzurro. La Valpolicella, completamente ammantata di bianco, riluce in mezzo ai germogli ed è veramente splendida. E' un piacere venir qui a mangiare, anche se i pranzi di battesimo assomigliano a quelli di matrimonio e di solito mi stufano un po', ma questa volta è diverso.

Allora, cominciarono ad assorbirmi ciripà di cotone, smerdacchiate, borotalco, pianti, còccole, giochi, ninne nanne, con e senza chitarra. Per me in casa c'era solo l'Enrica e fu così per tutti i successivi quattro anni, fino al mio matrimonio.
Don Piero, il parroco, le diede anche il nome di Carla, perché le feci da padrino al suo battesimo. E poi fui anche testimone alle sue nozze.
Adesso che è nata Clotilde, la sua bambina, con il nome di mia mamma, il padrino sono di nuovo io.

Sono questi i pensieri che mi girano per la mente quando, dopo il battesimo di Clotilde, ci dirigiamo verso la Locanda '800, nel cuore della Valpolicella.
La struttura è un antico edificio, datato 1799 su una pietra della facciata, oggi valorizzato da una ristrutturazione che l'ha riportato all'antico splendore. Ha il parcheggio privato a fianco di un ampio e curatissimo giardino, in cui si riflettono la bellezza e la tranquillità del luogo. Immerso nel verde (si sente l'odore dell'erba appena tagliata) e circondato da vigneti ed olivi, è al bordo della vecchia contrada di Moron. D'estate si può anche mangiare fuori, sotto gli ombrelloni di legno e di canapa beige.

Visto il tempo, s'inizia anche adesso sotto gli ombrelloni, con un'entrèe di grana Padano a scaglie (già craterizzate al centro di un'enorme forma), olive giganti e Prosecco Bortolotti di Valdobbiaddene da 11°, bello fresco, a volontà, gusto leggermente fruttato, perlage fine.
La Clotilde mangia per prima. Dopo la sua ciucciata, si prosegue scendendo nella sala-cantina a volti di pietra, con un arredamento rustico molto piacevole e scaffali di bottiglie di vino lungo tutte le pareti. I camerieri sono disponibili e gentili, tutti in camicia bianca e grembiulone nero. I servizi sono esterni, belli, nuovi e puliti.

Arriva l'antipasto in un bel piattone costituito da più componenti. Un crudo di Sauris (un paesino di montagna, al confine tra Veneto e Friuli dove il crudo subisce un'affumicatura dolce, solo con legno di faggio) veramente eccezionale, mai mangiato un crudo così particolare, molto diverso dallo speck e anche dal crudo tradizionale. Poi, sfilacci di petto di faraona, su un letto di foglie di spinacio crudo condito con olio, molto buoni (in un angolo del giardino c'è un pollaio dove ho osservato due galletti ed una sola gallina e ciò, assieme al primo che arriverà dopo, lascia presumere precedenti esecuzioni sommarie). Quindi, una giardiniera di sottaceti fatti in casa (si vedeva dalla loro conformazione), buona, ma niente di particolare. Infine, lardo di Colonnata con polentina alla brace, buono anche in questo caso e sempre non da segnalare.
Da bere, oltre alle acque, gasate e non, già presenti sulla tavola, ci viene versato un Valpolicella Classico da 13°, La Cesolìna, della loro azienda agricola Vigna �800 (il pranzo e i vini erano già concordati), del 2008.
Il vino dev'essere apprezzato sulla base di almeno tre sensi: la vista, l'olfatto e il gusto. I vini sono tutti diversi, perché diversi sono i vitigni da cui provengono le uve, diversi il sito, la lavorazione, il grado e l'annata. Questo Classico era bello limpido, di un rosso vivo, aveva un profumo fruttato, con un leggero retrogusto di mandorla. Ottimo.

L'ambiente è molto soft, con luci soffuse; c'è un tavolone largo e lungo solo per noi, il basso volume generale è interrotto ogni tanto dalle urla della Clotilde, incazzatissima, perché (penso) tutti (zii, pro zii, cugini, post cugini e nonni) le fanno biri biri e lei resta nel passeggino (non così la bisnonna, che rimane piazzata a tavola con la bottiglia di Valpolicella davanti e sembra preferire questa alla bisnipote).
La Clotilde pian piano si addormenta (forse aveva anche sonno, perciò piangeva), il clima ritorna ovattato e così ci portano il bis di primi: un risotto agli asparagi (freschi del posto, a Rivoli, qui vicino, c'è la sagra degli asparagi tra qualche settimana) veramente buonissimo, cottura perfetta; e poi bigoli con sugo di cortile (pollo e faraona insieme), squisiti. Le porzioni erano ridotte, ma va bene così, perché mettendo insieme agli antipasti anche il pane di noci fatto in cucina da loro (particolare e gustosissimo), lo stomaco cominciava a dare qualche piccolo segno di appagamento.

La Clotilde va di mezz'ora in mezz'ora, adesso si sveglia e stavolta la porto io fuori a fare un giretto in braccio. E' attirata dalle abbaglianti viole gialle e bianche che, in più fioriere, splendono al sole in mezzo al prato inglese. Le prende con le sue manine cicciotte e le stritola con un ghigno. Per rendere realistico e completo il quadro idilliaco, preciso che la Clotilde sta sbavando come un lama.

Al rientro, di secondo mi viene portato un filetto di maiale impanato e, credo, cotto in tegame: morbido, stra tenero, stra buono, in quantità disumane (tre pezzi veramente enormi, io son riuscito a mangiarne solo uno), assieme a patatine saltate in tegame e broccoletti verdi lessati. Eccezionale il tutto.
Assieme a questo piatto ci viene versato un Amarone Virgo Moron del 2005, da 15°, sempre della loro azienda agricola. I camerieri girano e ti versano il vino quando il bicchiere è vuoto o quasi. L'ambiente è parecchio di qualità. L'Amarone di solito è fatto con la Molinara, la Rondinella e la Corvina mescolate e lasciate seccare per tre quattro mesi. Viene poi affinato per un anno-due in botti di rovere, che gli danno il caratteristico gusto amarognolo. Il colore è granata scuro, denso. In bocca si sente caldo, con aromi di spezie. Buono, anche se ho bevuto di meglio.

Arriva l'ora del dessert. Io non sono un grande amante del dolce, però devo dire che, di tutto il pranzo, e nonostante il finale senso di pienezza, il dolce è stata la cosa che ho gustato di più, una torta semplice ma superlativa, fatta con pan di spagna mescolato a kiwi e frutti di bosco (mirtilli, lamponi, fragole) con panna montata. La torta era tutta bianca esternamente, ricoperta di panna, con qualche frutto di bosco come guarnizione. Una cosa così buona era tanto che non la mangiavo. Ai golosastri di questo sito fornisco l'indicazione della Pasticceria Vittorini di Verona, dove la torta è stata fatta e il ristoratore l'ha opportunamente prelevata (visto l'esito, secondo me ha fatto bene a far così).
Con il dolce è arrivata il Recioto El Campanàr del 2007, da 13°, pure questo della loro azienda agricola. Colore più rubino dell'Amarone e più intenso del Classico. L'uva Corvina e Rondinella viene anche in questo caso appassita nel fruttaio per alcuni mesi, ma poi il vino non viene messo nel rovere. Il gusto è molto dolce, armonico, con qualche sentore di ciliegia (sarà forse perchè fuori ci sono i ciliegi in fiore...). Buono. Anche in questo caso ho bevuto di meglio, ma io forse non faccio testo perché ho troppi amici cantinieri che mi fanno assaggiare le loro prelibatezze.
Caffè per chi lo vuole. Grappa all'Amarone e Grappa al Recioto lasciate sul tavolo, alla volontà dei commensali (come del resto tutti i vini). Molto buone anche quelle, detto da chi le ha assaggiate, non io.

Tramite indagine approfondita, vengo a sapere (perché hanno pagato i nonni) che il prezzo concordato è stato di 35 euro a testa. Eravamo però in trenta persone. Credo che per due persone, si possa arrivare al un costo di circa 40 euro ciascuno (l'anno scorso io e mia moglie, da soli, avevamo speso 37 euro a testa, mangiando un po' meno), che comunque ritengo adeguato per quanto, e come, ci è stato offerto.

Siamo sempre rimasti legati a doppio filo con l'Enrica. Lei è venuta spesso via in vacanza, o anche solo a spasso, con noi, giocando assieme alle mie bambine, pur avendo qualche anno di più. Ora, il suo sorriso triste si sta, via via, sempre più irradiando. La sua bambina avrà, lo spero, la gioia e la serenità che lei non sempre ha potuto avere.

Imperdibile!!!

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[Lucy...ah]
16/04/2010
Non vedevo l'ora di leggere questa recensione Carol......stavolta ti sei superato!!!! Tanti auguri alla piccola dal romantico nome.
Bellissima premessa, altrettanto la descrizione del locale. Ne avevo letto su una rivista culinaria, segnalato come un relais di pregio.

P.S. Non è che avete dato il Valpolicella anche a Clotilde, vero?
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[joy]
16/04/2010
Bella ed interessante recensione, ricca di dettagli gastronomici, enologici ed arte varia..... emoticon emoticon
Ci sei per la biciclettata?
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[carolingio]
16/04/2010

Grazie Lucy, grazie joy...
Beh, per il Valpolicella la Clotilde avrà tempo e se continua a frequentare casa mia... emoticon
Saprò solo qualche giorno prima se venire alla biciclettata joy, perchè il designatore deve trovare un altro arbitro che mi scambi la partita. emoticon
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[Reginalulu]
16/04/2010
Complimenti! Bellissima e piena di vita come sempre.
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[carolingio]
16/04/2010

Ehhhh... grazie Regina, grazie zio... troppi complimenti, poi mi sbrodolo addosso... emoticon
Piuttosto, un bel lambruschino da metter da parte per la prossima volta che vengo lì in zona...? emoticonemoticon
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[pattyb]
16/04/2010
Le tue recensioni, Carolingio, sono sempre molto belle ed emozionanti. Leggendo questa recensione mi è sembrato di essere con voi, tra le viole ed il recioto!emoticon
Un bacione alla piccola CLotilde!!!emoticon
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[Gerry]
16/04/2010
Caro Lingio,
il tuo incipit mi ha commosso. Così, senza nessuna mediazione, in modo inaspettato. Forse perchè son diventato nonno, da poco, senza accorgermene, ho vissuto con la medesima felice sorpresa l'inizio del tuo racconto. Resta il fatto che il tuo giudizio è certamente interessato, ma di quell'interesse che non occorre sia giustificato ...
La recensione è bella, si legge tutta d'un fiato,tant'è che me la son dovuta rileggere per concentrarmi su quel che avete mangiato e bevuto. Mi son messo in memoria il locale. Grazie.
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[carolingio]
16/04/2010

Bene zio, prendo nota...
Grazie Patty... tra i tanti, un bacione alla Clotilde anche da parte tua! emoticon
Me piase Gerry "Caro-Lingio"... solo che mi sa che devo darmi una regolata, un po' più casual, altrimenti qua, l'è na vale de lagrime! emoticon
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[golosona]
16/04/2010
Splendida recensione, poetica, a tratti ironica, a tratti emozionante... e splendida famiglia la tua! Un bacio alla piccola Clotilde, con l'augurio che sia lei che la sua bella mamma possano avere la serenità e la gioia che noi tutti cerchiamo!
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[Frittella]
16/04/2010
Ciao Carol, purtroppo manco da un pò e non ho proprio tempo, ma tu, da leggere vai via liscio come un'ombra di grappa!emoticon
E per la gracqua...c'è sempre tempoemoticon

Bravissimo.
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[carolingio]
16/04/2010

Grazie Ornella...l'inciso sulla Pasticceria Vittorini lo sai in particolare per chi era, vero? emoticonemoticon
Grazie anche a te Fritt... il tempo arriverà, non ti preoccupare, intanto prepara, non dico la grappa (non so come sia lì da quelle parti), ma quantomeno il nocino, perchè chi manca poi deve pagar pegno! emoticon